venerdì 25 marzo 2016

Ufficio delle letture del venerdì Santo

Ufficio delle letture



V. O Dio, vieni a salvarmi 
R.
 Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.INNOCreati per la gloria del tuo nome,
redenti dal tuo sangue sulla croce,
segnati dal sigillo del tuo Spirito,
noi t’invochiamo: salvaci, o Signore!
Tu spezza le catene della colpa,
proteggi i miti, libera gli oppressi
e conduci nel cielo ai quieti pascoli
il popolo che crede nel tuo amore.
Sia lode e onore a te, pastore buono,
luce radiosa dell’eterna luce,
che vivi con il Padre e il Santo Spirito
nei secoli dei secoli glorioso. Amen.
Oppure:Pange, lingua, gloriósi
prœlium certáminis,
et super crucis tropǽo
dic triúmphum nóbilem,
quáliter redémptor orbis
immolátus vícerit.
De paréntis protoplásti
fraude factor cóndolens,
quando pomi noxiális
morte morsu córruit,
ipse lignum tunc notávit,
damna ligni ut sólveret.
Hoc opus nostræ salútis
ordo depopóscerat
multifórmis perditóris
arte ut artem fálleret
et medélam ferret inde,
hostis unde læserat.
Quando venit ergo sacri
plenitúdo témporis,
missus est ab arce Patris
Natus, orbis cónditor,
atque ventre virgináli
caro factus pródiit.
Lustra sex qui iam perácta
tempus implens córporis,
se volénte, natus ad hoc,
passióni déditus,
agnus in crucis levátur
immolándus stípite.
Æqua Patri Filióque,
ínclito Paráclito,
sempitérna sit beátæ
Trinitáti glória,
cuius alma nos redimit
atque servat grátia. Amen.
1 ant. Insorgono i re della terra,
          i potenti congiurano insieme
          contro il Signore e contro il suo Cristo.
SALMO 2Perché le genti congiurano, *
   perché invano cospirano i popoli?
Insorgono i re della terra †
   e i principi congiurano insieme *
   contro il Signore e contro il suo Messia:
«Spezziamo le loro catene, *
   gettiamo via i loro legami».
Se ne ride chi abita i cieli, *
   li schernisce dall’alto il Signore.
Egli parla loro con ira, *
   li spaventa nel suo sdegno:
«Io l’ho costituito mio sovrano *
   sul Sion, mio santo monte».
Annunzierò il decreto del Signore. †
   Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, *
   io oggi ti ho generato.
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti *
   e in dominio i confini della terra.
Le spezzerai con scettro di ferro, *
   come vasi di argilla le frantumerai».
E ora, sovrani, siate saggi, *
   istruitevi, giudici della terra;
servite Dio con timore *
   e con tremore esultate;
che non si sdegni
      e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira. *
   Beato chi in lui si rifugia.
1 ant. Insorgono i re della terra,
          i potenti congiurano insieme
          contro il Signore e contro il suo Cristo.
2 ant. Si dividono le mie vesti,
          la mia tunica tirano a sorte.
SALMO 21, 2-23«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? †
   Tu sei lontano dalla mia salvezza»: *
   sono le parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, *
   grido di notte e non trovo riposo.
Eppure tu abiti la santa dimora, *
   tu, lode di Israele.
In te hanno sperato i nostri padri, *
   hanno sperato e tu li hai liberati;
a te gridarono e furono salvati, *
   sperando in te non rimasero delusi.
Ma io sono verme, non uomo, *
   infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
Mi scherniscono quelli che mi vedono, *
   storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si è affidato al Signore, lui lo scampi; *
   lo liberi, se è suo amico».
Sei tu che mi hai tratto dal grembo, *
   mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
Al mio nascere tu mi hai raccolto, *
   dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
Da me non stare lontano, †
   poiché l’angoscia è vicina *
   e nessuno mi aiuta.
Mi circondano tori numerosi, *
   mi assediano tori di Basan.
Spalancano contro di me la loro bocca *
   come leone che sbrana e ruggisce.
Come acqua sono versato, *
   sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera, *
   si fonde in mezzo alle mie viscere.
È arido come un coccio il mio palato, †
   la mia lingua si è incollata alla gola, *
   su polvere di morte mi hai deposto.
Un branco di cani mi circonda, *
   mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi, *
   posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano: †
   si dividono le mie vesti, *
   sul mio vestito gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano, *
   mia forza, accorri in mio aiuto.
Scampami dalla spada, *
   dalle unghie del cane la mia vita.
Salvami dalla bocca del leone *
   e dalle corna dei bufali.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, *
   ti loderò in mezzo all’assemblea.
2 ant. Si dividono le mie vesti,
          la mia tunica tirano a sorte.
3 ant. Mi aggrediscono con furore
          quelli che mi cercavano a morte.
SALMO 37Signore, non castigarmi nel tuo sdegno, *
   non punirmi nella tua ira.
Le tue frecce mi hanno trafitto, *
   su di me è scesa la tua mano.
Per il tuo sdegno non c’è in me nulla di sano, *
   nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati.
Le mie iniquità hanno superato il mio capo, *
   come carico pesante mi hanno oppresso.
Putride e fetide sono le mie piaghe *
   a causa della mia stoltezza.
Sono curvo e accasciato, *
   triste mi aggiro tutto il giorno.
I miei fianchi sono torturati, *
   in me non c’è nulla di sano.
Afflitto e sfinito all’estremo, *
   ruggisco per il fremito del mio cuore.
Signore, davanti a te ogni mio desiderio *
   e il mio gemito a te non è nascosto.
Palpita il mio cuore, †
   la forza mi abbandona, *
   si spegne la luce dei miei occhi.
Amici e compagni
     si scostano dalle mie piaghe, *
   i miei vicini stanno a distanza.
Tende lacci chi attenta alla mia vita, †
   trama insidie chi cerca la mia rovina *
   e tutto il giorno medita inganni.
Io, come un sordo, non ascolto †
   e come un muto non apro la bocca; *
   sono come un uomo
     che non sente e non risponde.
In te spero, Signore; *
   tu mi risponderai, Signore Dio mio.
Ho detto: «Di me non godano,
     contro di me non si vantino *
   quando il mio piede vacilla».
Poiché io sto per cadere *
   e ho sempre dinanzi la mia pena.
Ecco, confesso la mia colpa, *
   sono in ansia per il mio peccato.
I miei nemici sono vivi e forti, *
   troppi mi odiano senza motivo,
mi pagano il bene col male, *
   mi accusano perché cerco il bene.
Non abbandonarmi, Signore, *
   Dio mio, da me non stare lontano;
accorri in mio aiuto, *
   Signore, mia salvezza.
3 ant. Mi aggrediscono con furore
          quelli che mi cercavano a morte.
V. Falsi testimoni si alzarono contro di me: 
R.
 l’empietà mentiva a se stessa.
PRIMA LETTURA
Dalla lettera agli Ebrei
9, 11-28
Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri,
entrò una volta per sempre nel santuario,
con il proprio sangue
     Fratelli, Cristo, venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, entrò una volta per sempre nel santuario non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue, dopo averci ottenuto una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, il quale con uno spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente?
     ​Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte in redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che è stata promessa. Dove infatti c’è un testamento, è necessario che sia accertata la morte del testatore, perché un testamento ha valore solo dopo la morte e rimane senza effetto finché il testatore vive. Per questo neanche la prima alleanza fu inaugurata senza sangue. Infatti dopo che Mosè ebbe proclamato a tutto il popolo ogni comandamento secondo la legge, preso il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, dicendo: Questo è il sangue dell’alleanza che Dio ha stabilito per voi (Es 24, 8). Alla stessa maniera asperse con il sangue anche la tenda e tutti gli arredi del culto. Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non c’è perdono.
     Era dunque necessario che le figure delle realtà celesti fossero purificate con tali mezzi; le stesse realtà celesti però dovevano esserlo con sacrifici superiori a questi. Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, allo scopo di presentarsi ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. E invece una volta sola ora, nella pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
RESPONSORIOCfr. Is 53, 7. 8. 5. 12R. Era come agnello condotto al macello; maltrattato,
non aprì bocca; fu percosso a morte * per dare la
salvezza al suo popolo. 
V.
 Ha consegnato se stesso alla morte, ed è stato
annoverato fra gli empi, 
​R.
 per dare la salvezza al suo popolo.
SECONDA LETTURA
Dalle «Catechesi» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Catech. 3, 13-19; SC 50, 174-177)
La forza del sangue di Cristo    Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo? Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine dell’Antico Testamento. Immolate, dice Mosè, un agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte (cfr. Es 12, 1-14). Cosa dici, Mosè? Quando mai il sangue di un agnello ha salvato l’uomo ragionevole? Certamente, sembra rispondere, non perché è sangue, ma perché è immagine del sangue del Signore. Molto più di allora il nemico passerà senza nuocere se vedrà sui battenti non il sangue dell’antico simbolo, ma quello della nuova realtà, vivo e splendente sulle labbra dei fedeli, sulla porta del tempio di Cristo. ​Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, s’avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo di lancia il costato: ne uscì acqua e sangue. L’una simbolo del Battesimo, l’altro dell’Eucaristia. Il soldato aprì il costato: dischiuse il tempio sacro, dove ho scoperto un tesoro e dove ho la gioia di trovare splendide ricchezze. La stessa cosa accadde per l’Agnello: i Giudei sgozzarono la vittima e io godo la salvezza, frutto di quel sacrificio. ​E uscì dal fianco sangue ed acqua (cfr. Gv 19, 34). Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ho ancora un altro significato mistico da spiegarti. Ho detto che quell’acqua e quel sangue sono simbolo del Battesimo e dell’Eucaristia. Ora la Chiesa è nata da questi due sacramenti, da questo bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo per mezzo del Battesimo e dell’Eucaristia. E i simboli del Battesimo e dell’Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu formata Eva. ​Per questo Paolo, parlando del primo uomo, usa l’espressione: «Osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne» (Gn 2, 23), per indicarci il costato del Signore. Similmente come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, così Cristo ci ha donato l’acqua e il sangue dal suo costato per formare la Chiesa. E come il fianco di Adamo fu toccato da Dio durante il sonno, così Cristo ci ha dato il sangue e l’acqua durante il sonno della sua morte. Vedete in che modo Cristo unì a sé la sua Sposa, vedete con quale cibo ci nutre. Per il suo sangue nasciamo, con il suo sangue alimentiamo la nostra vita. Come la donna nutre il figlio col proprio latte, così il Cristo nutre costantemente col suo sangue coloro che ha rigenerato.
RESPONSORIOCfr. 1 Pt 1, 18-19; Ef 2, 18; 1 Gv 1, 7R. Non a prezzo di cose corruttibili, come argento e
oro, foste liberati; ma con il sangue prezioso di Cristo,
agnello senza macchia. * Per mezzo di lui possiamo
presentarci al Padre in un solo Spirito. 
V.
 Il sangue di Gesù, Figlio di Dio, ci purifica da ogni
peccato; 
​R.
 per mezzo di lui possiamo presentarci al Padre in
un solo Spirito.
ORAZIONE   Guarda con amore, Padre, questa tua famiglia, per la quale il Signore nostro Gesù Cristo non esitò a consegnarsi nelle mani dei nemici e a subire il supplizio della croce. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.       Benediciamo il Signore. 
       R.
 Rendiamo grazie a Dio.

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